martedì 6 marzo 2018

Windows 10 : Personalizzare il menu Start

Tra le principali novità di Windows 10 il nuovo menu Start che non è rigido ma può essere personalizzato nelle forme e nei contenuti dagli utenti

Windows 10 è arrivato e gli utenti hanno potuto finalmente mettere mano a tutte le novità a cui Microsoft ha lavorato assiduamente nel corso degli ultimi mesi. Tra le novità di maggiore spessore di Windows 10 c’è sicuramente il nuovo menu Start che fonde quanto di meglio possedevano Windows 7 e Windows 8.1. Il nuovo menu Start può, infatti, essere tranquillamente pensato come una fusione del menu Start di Windows 7 con quello di Windows 8/8.1
Come noteranno tutti i neo possessori di un PC con Windows 10, il nuovo menu Start è sostanzialmente diviso in due parti. La prima a sinistra, ricorda molto il passato ed è possibile trovare elencate tutte le applicazioni del PC. Sul lato destro gli utenti troveranno, invece, tutte le tile (anche animate) delle app installate. Il nuovo menu Start, tuttavia, non è “rigido” perché può essere personalizzato. Innanzitutto gli utenti potranno ridimensionarlo. “Tirando” i suoi bordi, il menu Start può essere ingrandito o rimpicciolito sia in verticale che in orizzontale. Un’opzione di ridimensionamento molto utile soprattutto quando sul PC sono installate molte app che gli utenti vogliono tenere in primo piano attraverso le loro tile.

Menu Start di Windows 10



È inoltre possibile personalizzare l’aspetto del menu Start aprendo le “Impostazioni” e quindi facendo clic su “Personalizzazione“. Gli utenti potranno, per esempio, mettere in risalto le app più usate, scegliere le cartelle da mostrare e tanto altro ancora.
Con un clic con il pulsante destro del mouse su una qualsiasi tile gli utenti potranno rimuoverla dal menu Start, oppure ridimensionarla, disattivare l’eventuale animazione ed aggiungerla alla barra delle applicazioni. Tenendo premuto, invece, il pulsante sinistro del mouse su una tile sarà possibile spostarla per ordinare le tile come meglio si crede.
Con un clic con il pulsante destro del mouse su una qualsiasi applicazione, scegliendo l’opzione “Aggiungi a Start“, sarà possibile muoverla, invece, all’interno del menu Start.
Da sottolineare, infine, che impostando il dispositivo Windows 10 in “modalità tablet“, il menu Start si espande occupando l’intera area dello schermo per permettere agli utenti di poter interagire comodamente con le dita.

mercoledì 28 febbraio 2018

Il Cyber crimine quanti danni fa?

Il “salto quantico” del cybercrime: danni per 500 mld nel 2017


Il “salto quantico” del cybercrime: danni per 500 mld nel 2017


Negli ultimi sette anni il numero di offensive informatiche è aumentato del 240%. Nel corso del 2017 sono stati registrati oltre 1.120 attacchi gravi, oltre 180 miliardi di dollari di costi per gli utenti. L’anticipazione del rapporto Clusit 2018
Il cybercrime ha compiuto un “salto quantico” nel 2017, colpendo oltre un miliardo di persone in tutto il mondo e generando danni complessivi per 500 miliardi di dollari con oltre 1.120 attacchi gravi. Dal 2011 a oggi, il volume delle offensive è cresciuto del 240% con un aumento del 7% nel corso degli ultimi 12 mesi. E a preoccupare è soprattutto il “cambiamento di fase” nel livello di cyber-insicurezza globale, con interferenze pesanti nella geopolitica, nella finanza e nella vita dei privati cittadini che sono stati vittime di crimini estorsivi su larghissima scala.

Non ci vuole molto a definire allarmante come mai è stato prima il rapporto 2018 del Clusit, l’Associazione italiana per la sicurezza informatica che annovera tra i soci oltre 500 aziende e organizzazioni e che collabora a livello nazionale con ministeri, authority, istituzioni, Polizia Postale e altri organismi di controllo. L’avanzata qualitativa e quantitativa del crimine informatico non è certo una novità, ma siamo sempre più in presenza di un fenomeno dagli impatti devastanti. Lo scorso anno l’insieme di truffeestorsionifurti di denaro e di dati personali ha colpito circa un miliardo di persone sparse nel mondo, causando ai singoli utenti una perdita stimata in 180 miliardi di dollari (il 36% dei danni totali).

«Il 2017 è stato l’anno del trionfo del malware, degli attacchi industrializzati realizzati su scala planetaria contro bersagli multipli e della definitiva discesa in campo degli Stati come attori di minaccia – sintetizza Andrea Zapparoli Manzonimembro del Comitato Direttivo Clusit - La situazione che emerge dalla nostra analisi è molto preoccupante, perché questo scenario prefigura concretamente l’eventualità di attacchi con impatti sistemici molto gravi». Il rapporto, che sarà presentato al pubblico il prossimo 13 marzo in apertura della decima edizione di Security Summit, piazza il cybercrime vero e proprio, cioè quello finalizzato a sottrarre informazioni, denaro, o entrambi, in cima alla classifica degli attacchi gravi a livello mondiale (76% degli attacchi complessivi, in crescita del 14% rispetto al 2016).

Non va meglio sugli altri fronti. Sono infatti in netto aumento rispetto allo scorso anno gli attacchi sferrati con finalità di “information warfare”, la cosiddetta guerra delle informazioni che segna un aumento del 24%, e lo spionaggio cyber, con finalità geopolitiche o di tipo industriale a cui va tra l’altro ricondotto il furto di proprietà intellettuale, che cresce del 46%. Ed è qui che si nascondono i problemi maggiori in ottica futura. «Pur essendo ancora la prima causa di attacco a livello globale e rappresentando un problema enorme, il cybercrime è diventato ormai l’ultimo dei nostri problemi in ambito cibernetico dal punto di vista della sua pericolosità intrinseca – sottolinea Manzoni - Oggi ci troviamo infatti a fronteggiare problemi ben peggiori». Una novità emersa dalla nuova edizione del rapporto riguarda la tipologia e la distribuzione delle vittime, con la categoria degli “obiettivi multipli” che risulta la più colpita: rispetto al 2016 si evidenzia un incremento a tre cifre, pari al 353%, a conferma del fatto che nessuno può ritenersi escluso dall’essere un obiettivo e che gli attaccanti sono sempre più aggressivi.

Dal punto di vista strettamente settoriale, si segnala la crescita degli attacchi nei settori Research / Education (+29%), Software / Hardware Vendors (+21%), Banking & Finance (+11%) e Healthcare (+10%). Mentre scendendo nel dettaglio relativo al nostro Paese, si stimano in Italia danni da attività di cyber crimine per quasi 10 miliardi di euro. Un valore dieci volte superiore a quello degli attuali investimenti in sicurezza informatica, che arrivano oggi a sfiorare il miliardo di euro. «Gli investimenti in sicurezza informatica nel nostro Paese sono ancora largamente insufficienti e ciò rischia di erodere i benefici attesi dal processo di digitalizzazione della nostra società. Alla vigilia delle elezioni – mette in luce Manzoni - riscontriamo che il dibattito politico in Italia sta dando risposte inadeguate al tema della sicurezza cyber, fondamentale per lo sviluppo e il benessere dei suoi cittadini, nonché per la credibilità e la competitività del nostro Paese sul piano internazionale». In questo scenario si inquadra il filo rosso dell’anno in corso: il nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati personali (Gdpr). La compliance, concludono gli esperti, richiederà necessariamente un approccio multidisciplinare in tema di sicurezza delle informazioni, uno dei princìpi a cui il trattamento dei dati personali deve attenersi.

(da Repubblica 28 febbraio 2018)

Io farei un appunto però, la sicurezza è data da strumenti validi di controllo, uno Stato può dare uno strumento valido per dare più sicurezza, ho dei forti dubbi, solo il settore privato può farlo a discapito della libertà dei cittadini. Ed in questo credo che Microsoft, Google e Apple sono già esperti, in quanto limitatori delle libertà in nome dell'uso dei loro prodotti, la sanno lunga... però loro sono le prime vittime, dato che tutti gli attacchi informatici passano bene o male attraverso falle dei loro Sistemi Operativi.

Cosa può fare lo Stato contro il cyber crimine, quasi nulla, se non combatterlo come fa già ora, come una qualsiasi organizzazione criminale. Si può prevenire un cyber-attacco, solo studiando i lavori degli hacker, con lo stesso sistema che credo si usi per scoprire attacchi terroristici prima che avvengano. Quante possibilità? pochissime.

Le truffe sono sempre esistite, che siano le tre carte o le cyber frodi non cambia molto.

mercoledì 21 febbraio 2018

Google scopre vulnerabilità di Windows 10

Windows 10, Google scopre due falle di sicurezza non critiche

21 Febbraio 201







Due falle di sicurezza su Windows 10 sono emerse negli ultimi giorni: una, il cui rischio è definito "alto", riguarda il sistema operativo vero e proprio, l'altra, a rischio "medio", interessa il browser internet Edge. Entrambe sono state scoperte dal team di ricercatori di Google noto come Project Zero; i dettagli sono stati pubblicati online perché Microsoft non è riuscita a correggerle entro 90 giorni (più estensione di 14 su richiesta di Microsoft) da quando ne è stata informata.
La vulnerabilità di Windows 10 è stata notificata a Microsoft il 10 novembre. È stata verificata solo su Windows 10 1709 "Fall Creators Update", mentre per ora non ci sono conferme sulle precedenti versioni. È un attacco di tipo privilege escalation, in cui un utente normale riesce ad ottenere in modo illecito i permessi da utente amministratore. Sfrutta un errore nella RPC SvcMoveFileInheritSecurity che permette di assegnare arbitrariamente un descrittore di sicurezza a un file specificato. Il rischio è classificato "alto", ma non "critico" perché è necessario l'accesso fisico al sistema per infettarlo. Una correzione era stata rilasciata con il Patch Tuesday di febbraio, ma Google ha verificato che non era efficace.
La vulnerabilità di Edge è invece stata notificata a Microsoft il 17 novembre. Riguarda alcune modifiche apportate al motore di rendering in occasione di Windows 10 1703 "Creators Update". L'obiettivo era diminuire l'esecuzione di codice arbitrario, ma Google ha dimostrato che è relativamente facile aggirarlo. I dettagli della questione sono molto tecnici, chi fosse interessato può approfondire QUI. Microsoft ha già dichiarato che correggerà la falla con il Patch Tuesday di marzo.
(https://windows.hdblog.it/2018/02/21/windows-10-falle-edge-1709-google-project-zero/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=gplus)

Intel premia chi trova nuove falle

Falla nei processori, Intel premia chi trova nuove vulnerabilità

Il colosso informatico di Sant Clara assicura ricompense fino a 250mila dollari per gli hacker etici
Falla nei processori, Intel premia chi trova nuove vulnerabilità

ROMA - Un premio in denaro a chi troverà vulnerabilità nei suoi processori. A lanciare il concorso è Intel, poche settimane fa nella bufera per la scoperta dei bug Spectre e Meltdown che hanno costretto diversi big della tecnologia a rilasciare subito aggiornamenti per difendere i dispositivi degli utenti. La ricompensa della multinazionale americana agli hacker etici che l'aiuteranno a trovare falle nella sicurezza, può arrivare fino a 250mila dollari. "Queste iniziative permettono di coinvolgere maggiormente la comunità che si occupa di ricerca nell'ambito della sicurezza, fornendo incentivi maggiori ma anche maggiori protezioni per i nostri clienti e i loro dati", dice Rick Echevarria di Intel.

Concorsi di questo tipo si chiamano 'bounty hunting' e sono abbastanza frequenti nel mondo della tecnologia, anche Facebook e Google li lanciano periodicamente e ricompensano chi trova falle nelle loro piattaforme. A volte però questi concorsi possono essere non facili da organizzare per aziende più piccole. Per questo negli Stati Uniti è nata una sorta di accordo tra un gruppo di hacker etici che si chiama HackerOne e la società di cyber-assicurazione Coalition. Le aziende che aderiscono a questo programma e quindi incoraggiano a trovare vulnerabilità sulla sicurezza, hanno tariffe agevolate sulle assicurazioni che interessano la sfera digitale.


(repubblica 19.02.2018)

mercoledì 9 settembre 2015

Che bello è arrivato Windows 10





Un mese e 10 giorni, c'è chi ce la già c'è chi lo sta ancora aspettando, però chi ce l'ha è abbastanza contento. Ma tanti (credo) hanno avuto problemi durante l'installazione. Problemi di vario genere, io su tre installazioni dirette una sola è passata senza problemi, le altre due, eseguite all'inizio di agosto 2015, entrambe si sono bloccate al primo avvio a desktop, impossibile accedere in alcun modo alla barra alla base del desktop. Per fortuna ho risolto in entrambi i casi con l'esecuzione di un programma installato precedentemente, un semplice Ccleaner (o anche un programma simile, presumo vada comunque bene), risolvere i problemi relativi ai registri di sistema e ora va tutto bene. Poi credevo bastasse fare l'aggiornamento proposto, che dicevano avrebbe risolto un problema dell'explorer, probabilmente il problema è stato risolto.
Anche se in altre installazioni seguite più o meno a distanza, ci sono stati alti problemi, tipo: schermo nero durante l'installazione, durato ore, ore, ore, troppo per chiamarlo normale, anche se poi il problema è rientrato da solo. Tipo: impossibile usare il computer perché lo schermo lampeggia (schermo nero, schermo normale, schermo nero, schermo normale) quest'ultimo tipo credo dipenda da problemi dei driver non compatibili con Windows 10., problema non ancora risolto.
Altro tipo di cui però non ho dati a sufficienza si è risolto con il downgrade a Windows 7, la precedente installazione.

Ecco, per l'installazione consiglio: prima di tutto una pulizia software del computer, con il semplice pulitore di windows, meglio pulire bene dai file di installazione, meglio usare anche subito una riparazione dei file di registro del sistema (io uso Ccleaner, non è pubblicità, ma lo uso spesso con risultati soddisfacenti). Verificare che i componenti hardware del computer siano compatibili con Windows 10, purtroppo bisogna fidarsi dell'analisi fatta da Microsoft, se nell'analisi non dà una buona sicurezza, meglio non installare il nuovo sistema.
Alla fine dell'installazione meglio fare una nuova pulizia del sistema (quest'operazione pregiudica però la possibilità di ritornare al sistema precedente senza dover formattare il disco), meglio dare anche una sistemata ai registi di Windows.

Sconsiglio per ora di installare Windows 10 su macchine virtuali, via Mac OS X o altri sistemi, passando da Windows 7. Può essere che gli aggiornamenti da Windows 8.1, da computer molto recenti non abbiano problemi, non ne ho sentiti, ancora, con questi ultimi.

Ma se qualcuno ha da aggiornarmi sui problemi di Windows 10, aggiunte o altro, questo post può aiutare credo un po'. Grazie.


martedì 7 gennaio 2014

Buon Anno

A tutti un Buon Anno

Pochi giorni sono passati dall'inizio di questo 2014, un anno che spero porti serenità e certezze nel mondo del lavoro. Ma anche novità nel campo informatico.

Le intenzioni per il 2014 dovrebbero essere dare più forza al mondo libero, ad un'informatica più a misura d'uomo, ma non quella pensata da gruppi informatici che credono che l'informatica sia vedere i film o le foto sui loro programmi altamente vincolati alla loro casa. Che invece sia che i formati siano standardizzati e che i file siano visionabili, utilizzabili su ogni programma (per il tipo di file ovvio) in modo libero senza bisogno di iscrizioni ad hoc.

Che il mondo dell'informatica libera dia finalmente il colpo di grazia all'informatica proprietaria, ecco sarebbe una gran bella cosa.

Ciao
Sergio

mercoledì 23 ottobre 2013

Guida per Kubuntu 13.10

Una guida interessante che ho trovato su Kubuntu 13.10 che offre utili spunti per un utilizzo migliore della distro', rimando direttamente al link.
Ciao